Febbraio

Febbraio è sbarazzino.

Non ha i riposi del grande inverno

ha le punzecchiature,

i dispetti

di primavera che nasce,

Dalla bora di febbraio

requie non aspettare.

Questo mese è un ragazzo

fastidioso, irritante,

che mette a soqquadro la casa,

rimuove il sangue, annuncia il folle marzo

periglioso e mutante.

 

Vincenzo Cardarelli,

nato a Tarquinia, in Lazio, nel 1887, crebbe con il padre e frequentò solo le scuole elementari. Proseguì poi gli studi come autodidatta. Fuggi di casa molto giovane e si stabili a Roma, dove svolse diversi layori; quindi intraprese la carriera giornalistica e poco prima dei trent’anni incomincio a dedicarsi alla poesia, pubblicando “Prologhi”.

Si dedicò anche alle attività di saggista, critico e direttore di riviste letterarie.

Negli anni trenta fù protagonista di aspre polemiche culturali; era infatti uno scrittore controcorrente che, a differenza dei suoi contemporanei, teorizzava una poesia che si rifacesse ai modelli classici e ottocenteschi.

Mori a Roma nel 1959.

I temi ricorrenti delle sue poesie sono; il trascorrere delle stagioni, da lui sentito come il simbolo dell’eterna mutevolezza delle cose, lo sfiorire dell’adolescenza e della bellezza, i sogni e le illusioni dell’infanzia e del paesaggi ad essa collegati.

 

ISTITUTO MARCO CASAGRANDE Pieve di Soligo
 

Cala la fredda Sera

Cala la fredda sera

é ormai il rosso acceso,

che stava lassù nel cielo,

ai piedi dei pioppi s’è tuffato

copre fitto il verde che c’era

e da altri vien calpestato.
 

Lara Lorenzon, 4^A L.S.