Specchio

Ed ecco sul tronco

si rompono le gemme

un verde più nuovo dell’erba

che il cuore riposa:

il tronco pareva già morto,

piegato sul declivio.

E tutto mi sa di miracolo;

e sono quell’acqua di nube

che oggi rispecchia nei fossi

più azzurro il suo pezzo di cielo,

quel verde che spacca la scorza

che pure stanotte non c’era.

 

Salvatore Quasimodo

nacque a Madica nel 1901, trascorse gli anni de infanzia e dell’adolescenza in varie località della Sicilia, seguendo i trasferimenti della famiglia.

Dopo il diploma di perito tecnico si iscrisse alla facoltà di ingegneria a Roma ma per ragioni economiche lasciò gli studi e trovò un impiego come funzionario nel Genio Civile, pur continuando a studiare privatamente il greco e il latino e a scrivere poesie.

Nel 1930 si trasferì a Firenze presso la sorella, che lo mise in contatto con gli intellettuali vicini alla rivista letteraria ” Solaria”. Pubblicò alcune raccolte di liriche in cui sono evidenti l’adesione all’ermetismo e la nostalgia per la terra natale, la Sicilia, spesso mitizzata come “paradiso perduto”.

La seconda guerra mondiale produsse in lui un profondo cambiamento, che lo portò ad allontanarsi dall’ermetismo e a scegliere una poesia più impegnata civilmente. La poesia di Quasimodo è espressione della sofferenza umana e della ricerca interiore dell’uomo.

Nel 1959 ottenne il premio Nobel per la Letteratura e alcuni anni più tardi, morì a Napoli.

 

ISTITUTO MARCO CASAGRANDE Pieve di Soligo

Pioggia

Sfolgoranti lacrime di pioggia,

scendono dal cielo come stelle cadenti,

e toccano il suolo,

immenso è lo stupore,

tocco magico indispensabile

che genera nuova vita

Nicola Meneghin, 4^A L.S.