La mia vita è un mar
La mia vita è un mar: l’acqua è ‘I mio pianto,
i venti sono l’aure de’ sospiri,
la speranza è la nave, i miei desiri
la vela e i remi, che la caccian tanto
La tramontana mia è il lume santo
de’ miei duo chiari, due stellanti giri,
a’ quai convien ch’ancor lontana i’ miri
senza rimon, senza nocchier a canto.
Le perighiose e sübite tempeste
son le teme e le fredde gelosie,
al diparnrsi tarde al veri preste.
Bonacce non vi son, perche dal die
che voi, conte, da me lontan vi feste,
partir con voi l’ore serene mie
Gaspara Stampa
Gaspara Stampa nacque a Padova nel 1523 da una modesta famiglia di commercianti d’origine milanese; dopo la morte del padre seguì la madre a Venezia, dove ricevette una valida educazione letteraria ed artistica.
La casa Stampa divenne un salotto letterario tra i più frequentati dai maggiori musicisti, pittori e letterati di tutto il Veneto.
Gaspara, ammirata come cantante oltre che per la sua bellezza, ebbe molti corteggiatori. Tra le numerose relazioni, la più appassionata fu quella con il conte Collaltino di Collalto, al quale dedicò gran parte dei 311 componimenti delle sue rime. La rottura del rapporto con quest’uomo, che non ricambiava totalmente il suo amore, fu per lei un duro colpo, che la indebolì nello spirito e nel fisico, tanto da condurla al suicidio nel 1554, a soli 31 anni.
Secondo la moda dominante dell’epoca, la Stampa compose le sue poesie sul modello di quelle di Francesco Petrarca, divenendo così una delle più autorevoli voci del cosiddetto petrarchismo. Le sue rime, pubblicate postume dalla sorella, sono il suo canzoniere: una forma di diario intimo in cui si alternano gioie e angosce, testimonianza letteraria fra le più delicate della sensibilità femminile dell’epoca.
ISTITUTO MARCO CASAGRANDE Pieve di Soligo
Foglia di autunno
Eri il frutto caduto
sotto il sole di luglio.
Sei la foglia calpestata
dai passi del mondo.
Ma sarai fiore
e sarà primavera.
Maria Zanzotto, 4^A L.S.