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La Punta delle Volpere

Il nome di questa postazione, dalla quale è possibile ammirare il torrente Rosper, che già ha accolto parte dell’acqua di risorgiva, prende il suo nome dalla presenza di volpi.

Si tratta di animali molto adattabili che trovano rifugio nell’argine sinistro del fiume, ricco di anfratti. La scarpata rocciosa è infatti costituita da conglomerato, una roccia che si “buca” grazie alla pioggia ed è facilmente raggiungibile attraverso un comodo sentiero che parte dalla località “Passo Barca” a Falzè di Piave.

Questo percorso è di grande interesse anche dal punto di vista archeologico, in quanto la grotta più grande presente risulta essere stata abitata da una serie di insediamenti umani dal paleolitico fino all’età del ferro. Come si può dedurre dai vari manufatti ritrovati negli anni sulla superficie dei campi situati nei pressi del Piave, si tratterebbe di villaggi artigianali specializzati nella lavorazione della selce. Il Piave nel corso dei secoli ha costituito anche un importante crocevia di comunicazione e di scambi, venendo sfruttato per fini commerciali, anche grazie alla sua garanzia di collegamento con la laguna veneziana. Il tracciato stradale chiamato con il nome di Opitergium-Tridentum testimonia la centralità del Piave come strada per lo smistamento e trasporto di merci.

È in questo contesto che, fino a meno di un secolo fa, si colloca anche l’attività dei Zatèri, già documentata da iscrizioni tombali di epoca romana.