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Lo Stagno delle Nepe

Si tratta di un piccolo stagno con uno scarso ricambio d’acqua dedicato alla nepa, un insetto emittero detto anche “scorpione acquatico” per le sue zampe anteriori che sono simile alle chele di uno scorpione.

Questo stagno, specie nel periodo primaverile, pullula di vita: abbondante è infatti la presenza di anfibi che trovano qui acque tranquille e più calde rispetto a quelle di risorgiva, dove deporre le uova e assicurare lo sviluppo dei girini.

Si possono osservare esemplari di rospo comune, con abitudini notturne, che si ciba di lumache, larve ed insetti e trascorre l’inverno rintanato nel terreno. I rospi possono infatti vivere anche lontano dall’acqua, eccetto durante la stagione degli amori, quando fanno ritorno ogni anno nello stesso stagno dove sono nati, nel quale le femmine depongono le uova, riunendole in cordoni simili a collane di perle nere che i maschi fecondano esternamente.

Un’altra specie presente, endemica della Pianura Padana, è la rana di Lataste, molto simile e a volte presente contemporaneamente alla rana agile.  La loro colorazione bruno-rossiccia serve per mimetizzarsi nel sottobosco. Le loro uova sono le prime a comparire negli stagni, subito dopo i primi geli, riunite in ammassi gelatinosi sferici.

Camminando nell’oasi non è raro sentire dei potenti gracidii: è il maschio della raganella, specie che si riproduce anch’essa in questi luoghi, dove le femmine depongono le uova in piccole masse tondeggianti. Altre rane canterine sono le rane verdi che spesso rimangono in acqua per gran parte dell’estate.

Altre specie presenti nello stagno sono il tritone punteggiato o comune e il tritone crestato, anfibi urodeli dalla lunga coda, voraci predatori di insetti e altri piccoli invertebrati, i quali depongono le uova attaccate alla vegetazione sommersa, disposte singolarmente o a piccoli gruppi.

Questi anfibi cadono spesso vittime della natrice dal collare detta anche “bis rosper” per la sua abitudine a predare gli anfibi.

Gli anfibi sono tra gli animali più minacciati del nostro pianeta: inquinamento delle acque, trasformazione dell’habitat e relativa frammentazione dovuta all’incessante urbanizzazione, cambiamento climatico, competizione con le specie aliene, prelievo illegale per scopi amatoriali e alimentari, malattie infettive sono i principali fattori che stanno determinando il declino di molte specie degli anfibi della nostra Penisola. Anche noi possiamo fare molto proteggendo l’ambiente in cui vivono e non toccandoli a mani nude: le nostre mani potrebbero infatti “scottarli” ed essere veicolo di malattie per loro mortali.